07 Feb L’ Ovodonazione
L’ovodonazione è una tecnica di fecondazione eterologa praticata per la prima volta negli USA nel 1983. Fino al 2004 nel nostro paese era possibile accedere alla fecondazione eterologa, purché il donatore fosse anonimo e la donazione di ovuli o spermatozoi non avvenisse in cambio di denaro. Nel riordino di tutta la normativa, sfociata nella legge 40, si è deciso di vietare il ricorso alla fecondazione eterologa. Nel 2014 la Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale il divieto di fecondazione eterologa, aprendo di fatto nuovamente le porte all’utilizzo di questa tecnica anche in Italia. Una coppia con problemi di sterilità o infertilità irreversibile, può ora ricorrere anche da noi alla donazione di gameti (ovociti e/o spermatozoi) esterni alla coppia stessa, ossia potrà sottoporsi o ad inseminazione intrauterina con seme di donatore, oppure alla FIVET/ICSI (Fecondazione in vitro), con ovociti e/o spermatozoi ottenuti da donatori.
L’ ovodonazione, è una tecnica di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo che prevede la donazione di ovociti da parte di donne normalmente fertili e sane a donne riceventi che hanno una situazione ginecologica tale da non poter avere figli con i propri ovociti.
Il patrimonio ovocitario della donna si forma alla nascita e gli ovociti invecchiano con la donna, a differenza degli spermatozoi che vengono prodotti ciclicamente. Dopo una certa età (in genere 35 anni) la loro qualità inizia a peggiorare e si riduce progressivamente la probabilità di avere una gravidanza. Per tale motivo spesso si consiglia l’ovodonazione a tutte le donne sopra i 42 anni.
Anche le donne già in menopausa (fisiologica o precoce) possono ricorrere all’ovodonazione, effettuando un opportuno trattamento ormonale per ristabilire fittiziamente il ciclo e preparare l endometrio all’impianto dell’embrione.
La donazione di ovuli rende possibile il miracolo della vita in donne che non potrebbero altrimenti avere figli. Grazie all’ ovodonazione la donna ricevente vedrà realizzato il sogno di una maternità spesso a lungo ma invano inseguita e grazie all’aiuto di un’altra donna.
Le riceventi sono schematicamente rappresentate da :
1) Donne con assenza di mestruazioni per menopausa, danno ovarico (fattori ereditari, aver sofferto di processi infettivi, essere state sottoposte a chemioterapia o radioterapia, ecc.) o per pregressa chirurgia ovarica.
2) Donne normalmente mestruate, che rispondono poco o per nulla alla stimolazione ovarica, nelle quali non si è ottenuta fecondazione degli ovociti dopo ripetuti tentativi di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) o nelle quali si sono verificati fallimenti multipli di impianto embrionale.
3) Donne oltre i 40 anni, che hanno avuto scarsi successi con la PMA utilizzando i propri ovociti per la cattiva qualità degli stessi.
4) Donne portatrici di malattie genetiche che vogliono azzerare il rischio di trasmettere la propria malattia alla prole e che non può essere identificata attraverso la Diagnosi Genetica Preimpianto.
L’ ovodonazione è perciò sostanzialmente indicata nel caso di ripetuti insuccessi di fecondazione artificiale condotta con gli ovociti della paziente o nel caso in cui gli esami clinici sulla paziente mostrano che non produce ovociti o che ne produce in scarsa quantità o qualità, rendendo praticamente nulle le possibilità di iniziare o di portare a termine una gravidanza, anche attraverso le tecniche di fecondazione assistita.
L età delle riceventi influisce poco sull’ esito dell’ovodonazione; le possibilità di successo sono sostanzialmente costanti rispetto all’età.
Le donatrici sono donne sane, di giovane età (18-34 anni), di provata fertilità (meglio se hanno avuto già un figlio sano) e buone produttrici di ovociti.
Le donatrici sono anonime e vengono sottoposte a tutti i test per escludere che abbiano malattie infettive o ereditarie.
La buona qualità dei loro ovociti assicura anche un basso rischio di aborto. Tutti gli ovociti sono a disposizione delle destinatarie dell ovodonazione. In questo caso i tassi di successo per ogni tentativo sono alti ( sino al 70% con embrioni non congelati ); ovviamente anche i costi sono maggiori poichè occorre generalmente pagare la donatrice.
L’ovodonazione può avvenire in due diversi scenari :
- Il primo è quello dell’egg sharing (condivisione di ovociti), in cui una donna che si sottopone al trattamento in vista di una fecondazione in vitro destinata a sé stessa, cede soltanto gli ovociti in soprannumero rispetto a quelli che lei utilizzerà, in genere la metà.
Spesso queste donne non hanno livelli altissimi di fertilità e comunque esse tengono per sè almeno la metà degli ovociti, e in certi casi hanno la possibilità di tenere i migliori, per cui quelli che arrivano alla destinataria dell’ ovodonazione in genere non sono molto fertili e i tassi di successo per ogni tentativo non sono altissimi (vedete ad esempio le percentuali nei centri britannici dove si fa questo tipo di ovodonazione). In alcuni Centri alle donatrici vengono loro corrisposte soltanto le spese, in altri ove si utilizzano ovociti soprannumerari derivanti dal ciclo di PMA al quale la donatrice si è sottoposta per suo conto non pagano il loro trattamento se accettano la ovodonazione.
- Il secondo è quello dell’ovodonazione piena (full-egg), in cui la donatrice non è una paziente che si sottopone ad un ciclo di fecondazione assistita e cede, a una o due donne riceventi, tutti gli ovociti prodotti in seguito alle sue stimolazioni ormonali. L’ attenta scelta e la accurata valutazione delle donatrici è un punto fondamentale e particolarmente critico nei programmi di ovodonazione. In Europa la full egg donation è praticata soprattutto in Spagna, in Grecia, in alcuni paesi dell est, in Belgio (non in grandissimi numeri) e in pochi altri posti.
Le donatrici vengono scelte in base alle caratteristiche somatiche delle riceventi e dunque ogni caso viene valutato e studiato singolarmente.
I tempi d’attesa per la selezione della donatrice sono di circa due mesi ma in alcuni casi è necessario aspettare anche un pò di più. I tempi potrebbero allungarsi come nel caso di una donatrice con gli occhi azzurri o altre caratteristiche somatiche meno frequenti.
Con l’ovodonazione il rischio di aborto è contenuto e circa una gravidanza su dieci va perduta per questo motivo poiché gli ovociti provengono da donatrici giovani ed hanno un’ alta capacità di impianto.
L’ovodonazione si realizza essenzialmente in tre fasi:
- Nella prima fase la donatrice si sottopone alla stimolazione ovarica, trattamento ormonale tipico della fecondazione in vitro che ha lo scopo di portare a maturazione parecchi ovociti contemporaneamente. Nel frattempo, nei cicli a fresco, il ciclo mestruale della donna ricevente viene sincronizzato mediante pillola con quello della donatrice in modo che il suo endometrio sia pronto a ricevere gli embrioni quando gli ovociti della donatrice verranno fecondati. La ricevente verrà preparata con gli estrogeni cui si aggiungerà in una seconda fase il progesterone.
- Gli ovociti portati a maturazione dalla stimolazione ovarica vengono poi raccolti attraverso un prelievo ovocitario ecoguidato (pick-up) e fecondati in vitro mediante ICSI cioè in ogni ovocita si inietta un idoneo spermatozoo del compagno della ricevente o eventualmente di un donatore (microinseminazione).
- Il trasferimento nell’ utero delle riceventi degli embrioni ottenuti con i cicli di ovodonazione verrà fatto tra i due ed i cinque giorni dopo l’ inseminazione a seconda che si vogliano trasferire gli embrioni o le blastocisti. Il numero di embrioni trasferiti dipenderà dalla qualità embrionale ma in genere gli embrioni trasferiti sono due. Qualche giorno prima del trasferimento embrionale, la donna inizierà un trattamento con Progesterone che prepara l’ endometrio ad accogliere gli embrioni.
Spesso con l’ ovodonazione si ottengono più embrioni di quelli necessari per il primo tentativo e quelli non utilizzati possono essere congelati per usarli se il primo tentativo fallisce; il costo per il loro successivo trasferimento è molto più contenuto. Le probabilità di avere embrioni da congelare variano in relazione ai diversi protocolli di stimolazione applicati alle donatrici dai diversi Centri ed alla risposta della donatrice alla stimolazione.
L’anonimato dei bimbi nati con l’ ovodonazione è totale. La legge di tutti i Paesi ove si può eseguire l’ovodonazione, proibisce espressamente di rivelare l’identità dei bambini nati attraverso queste tecniche. Le donatrici non potranno mai conoscere i bambini, né questi ultimi le donatrici.