Sterilità ed infertilità: le dimensioni del problema e le cause

Sterilità ed infertilità: le dimensioni del problema e le cause

Spesso entrambi i termini vengono utilizzati come sinonimi per definire quelle coppie che hanno problemi ad avere un figlio, ma da un punto di vista scientifico la distinzione è netta.

Si parla di sterilità quando, dopo un anno di rapporti frequenti, vicini al giorno dell’ovulazione e senza protezione, non si verifica ancora una gravidanza (secondo l’OMS tale termine di tempo è considerato di 2 anni). Questa definizione si basa su una stima di probabilità. Ogni coppia che non ha problemi di sterilità ha l’ 85% di probabilità in un anno di rapporti mirati di rimanere incinta. Nella specie umana il 25% delle coppie che hanno rapporti nei giorni dell ovulazione ottiene una gravidanza. Circa 1 coppia su 6 in età fertile è affetta da sterilità (15%-17%).  In realtà la definizione andrebbe rimodulata, distinguendo tra “sterilità” (che riguarda un numero ridotto di situazioni in cui non è possibile la risoluzione) e “ipofertilità” o “subfertilità”, dove è possibile risolvere il problema con opportuni presidi. La sterilità si definisce primaria quando non è mai avvenuto un concepimento, secondaria quando una coppia che è già riuscita ad avere in maniera naturale uno o più figli, presenta difficoltà nei successivi tentativi di concepimento.

La traduzione letteraria del termine inglese “infertility”, con il quale gli autori anglosassoni indicano la sterilità, in italiano assume il significato di “incapacità di portare avanti una gravidanza fino all’epoca di vitalità del feto”: in altre parole, “infertilità” è sinonimo di “poliabortività”. Si parla di infertilità primaria quando la coppia ottiene una gravidanza spontaneamente in due o più occasioni, ma c‘è un’incapacità di portarla a termine. Se una coppia, dopo una gravidanza e un parto normale, non riesce a portare a termine una nuova gravidanza, si parla invece di infertilità secondaria. È importante tenere però presente che l‘ evento aborto se occasionale si considera come un evento normale nella storia riproduttiva di una donna. Sterilità ed infertilità sono considerte dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) una patologia. Tutto quanto sin’ora descritto si riferisce a donne che hanno meno di 35 anni. Dopo questa età diminuisce drasticamente il potenziale riproduttivo. Basti pensare che dopo i 40 anni, la possibilità di una gravidanza è inferiore al 10%. L’età della coppia, in particolare modo della donna, è l’elemento più importante che influenza l’esito riproduttivo, non solo per quanto riguarda le probabilità di un concepimento spontaneo, ma anche nei successi della riproduzione assistita. Il tasso di fertilità maschile e femminile si modificano dunque sensibilmente con il tempo. Oltre che alla progressiva riduzione della funzionalità ovarica, il fenomeno può essere spiegato con l’accumulo, nel tempo, dei diversi fattori di rischio e delle patologie che possono portare ad un ipofertilità.

E’ per questo motivo che il problema della sterilità sia molto più sentito nell’epoca moderna di quanto non avvenisse in passato. E’ noto ormai che, attualmente, le donne tendono a cercare una gravidanza nella quarta decade della loro vita (30-40 anni), diversamente da quanto succedeva nelle generazioni precedenti, quando l’età a cui si cercava una gravidanza si situava preferibilmente nella terza decade (20-30 anni). Una coppia moderna, quindi, comincia mediamente a cercare una gravidanza quando la potenzialità riproduttiva femminile si è già discretamente ridotta. E’ quindi possibile che debba trascorrere molto tempo prima che si possa verificare un concepimento, a questo va aggiunto anche il rischio più elevato che una gravidanza iniziata possa esitare in un aborto spontaneo. Dall’altro lato, le coppie stesse avvertono la necessità di “non poter perdere più tempo”. Da qui l’aumento dei ricorsi alle tecniche diagnostiche e terapeutiche per la sterilità.

Quando iniziare allora a fare i controlli medici per scoprire se ci sono problemi di sterilità ? L’ inizio dipende dall’età della donna e dalle possibilità di gravidanza che potrà avere con i trattamenti per la cura della sterilità. Così, in una donna di 35 anni o meno, sarebbe indicato aspettare almeno un anno. Se, invece, la paziente ha una età superiore ai 35 anni, meglio iniziare a fare i controlli dopo sei mesi di tentativi senza successi.

Tra le cause di sterilità si possono distinguere quelle da fattore femminile, da fattore maschile, da fattori “di coppia” o da fattori ignoti (la cosiddetta sterilità idiopatica).

Le cause di sterilità, sia femminile che maschile, sono numerose e di diversa natura. La letteratura medica sottolinea il ruolo significativo di fattori sociali dovuti a fenomeni complessi come lo stile di vita, la ricerca del primo figlio in età tardiva, l’uso di droghe, l’abuso di alcool, il fumo, le condizioni lavorative, l’inquinamento.
In molti casi, come per esempio nell’obesità o nelle infezioni, l’informazione e la prevenzione possono fare molto. In altri come nell’endometriosi, sono essenziali la diagnosi precoce e cure adeguate e tempestive. Se la sterilità permane nonostante un esauriente iter diagnostico e terapeutico, non resta che rivolgersi alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA).

Le cause maschili contribuiscono per il 40 %  : alterazioni nell’ambito testicolare, ostruzione di condotti, patologie della prostata, alterazioni nell’eiaculazione o nell’erezione e alterazioni nel seme.

Un  40 %  è dato dalle cause femminili, come la menopausa precoce, la endometriosi, le ostruzioni o le lesioni delle tube di Falloppio, anomalie uterine e della cervice o problemi di ovulazione.

Nel  20%  dei restanti casi le cause sono miste o combinate cioè sono responsabili entrambi i componenti della coppia (sterilità di coppia) ovvero cause tutt’ora inspiegabili.

Giuseppe Nicodemo
giunico@hotmail.com