Le prostatiti ed il test di Meares Stamey

Le prostatiti ed il test di Meares Stamey

Il test di Stamey (chiamato anche test dei quattro bicchieri) è un test di tipo urologico utile per la diagnosi della prostatite cronica descritto per la prima volta da Meares e Stamey nel 1968. Il test si è gradualmente imposto come metodo standard per la valutazione dei fatti infiammatori e la presenza di batteri nel tratto urinario inferiore degli uomini che presentano la sindrome da prostatite cronica. Tuttavia un gran numero di urologi non ricorre al test abitudinariamente nella pratica quotidiana sia per il tempo che richiede la sua esecuzione, sia per le difficoltà ad essa connesse. È dunque considerato il gold standard tra le metodiche diagnostiche per l’individuazione delle prostatiti.
Materiali: Tre contenitori sterili per la raccolta delle urine e un tampone con terreno di trasporto per il secreto prostatico.
Modalita’ operative: Il paziente deve essere ben idratato con la vescica piena. Procedere alla pulizia dei genitali (è essenziale mantenere retratto il prepuzio per l’intera durata del prelievo).
1° Campione (uretrale): raccogliere 10 ml di urina della prima minzione. E’ rappresentativo di una infezione a livello uretrale in quanto può raccogliere eventuali microorganismi presenti a questo livello. 2° Campione (vescicale) : si elimina il mitto intermedio ( lavaggio uretra) e si raccoglie il mitto successivo sempre della prima minzione. Può rivelare la presenza di batteri patogeni in vescica. Il paziente verrà successivamente sottoposto a massaggio prostatico introducendo un dito nel retto ed esercitando una gentile pressione sulla prostata, dai margini laterali verso la porzione centro-apicale della ghiandola. 3° Campione (secreto prostatico): Il massaggio prostatico può indurre la fuoriuscita di alcune gocce di secrezioni prostatiche che vanno raccolte con apposito tampone con terreno di trasporto. Questo campione viene definito EPS (acronimo inglese di “expressed prostatic secretion”). 4° Campione: al termine del massaggio prostatico il paziente raccoglie un campione di urine che rappresenta ulteriore materiale prostatico.

Il test è considerato positivo quando si riscontra un numero elevato di leucociti nel liquido prostatico (EPS) oppure in un campione di urine raccolto dopo aver eseguito il massaggio prostatico . Il numero di leucociti viene confrontato con quello riscontrato nell’urina del primo getto ed alla metà del flusso urinario.

Poiché anche i soggetti normali hanno un basso numero di leucociti nel loro liquido prostatico, il test viene considerato positivo quando sono presenti almeno 10 leucociti per ogni campo ad alto ingrandimento (40X). Le colture consentono un confronto tra i livelli quantificabili di batteri nella prostata e quelli riscontrabili in uretra. Se gli agenti patogeni si trovano solo nel fluido prostatico o se l’importo totale dei patogeni nel liquido prostatico è 10 volte i livelli trovati nell’uretra, si considera il paziente come portatore di una prostatite batterica cronica.

Giuseppe Nicodemo
giunico@hotmail.com